Sai quando hai quella cosa in testa che più non ci vuoi pensare, che ti dici che è una cavolata, più il tuo cuorcervello (sì, cuorcervello!) te la rimette davanti fino a quando tu crolli esanime sotto il maglio del destino e dici: «Vabbè, basta! M’arrendo, maledetto cuorcervello! E così sia! Hai vinto tu!». Ecco, adesso è uno di quei momenti. Sono anni che mi dico che quello che facevo con mia figlia, quando non aveva voglia di mangiare niente di quello che cucinavo, sarebbe stato davvero utile a molti altri papà e mamme disperati come me. Cosa ne sanno i genitori superbelli, che spadellano pietanze superbelle su piatti superbelli, dello sconforto di quelli per niente belli che arrivano in affanno e in ritardo perfino sul ritardo ad affannarsi? In breve, cucinavo la cosa meno saporita e più salutare del mondo, la piazzavo mestamente sul tavolo davanti a mia figlia e poi mi dicevo: «Ok Rosa, ora inventati la storia più assurda e cretina del mondo su ‘ste carote insipide che devono essere mangiate con ‘sto merluzzo ancora più insipido di loro e magari facci pure una storia sentimentale, se ci riesci, che il sentimento, quello vero, nelle pietanze mica è roba da poco, no? Tua figlia deve provare così tanta pena per te e questo cibo, da volerlo far scomparire nel suo pancino. E così, broccoli bistrattati diventavano principi innamorati. Carne di pollo bollita si trasformava in principessa sfortunata. L’aglio che nessuno voleva, sotto l’insalata si nascondeva. Insomma, la disperazione fa fare questo e altro, no? E allora, mentre stasera accendevo le candele per meditare, ecco che, improvvisamente, il mio pensiero d’un libro intitolato “365 favole per mangiare” è balzato, per l’ennesima volta, oltre le barriere che di solito si mettono ai pensieri folli. E stavolta l’ho accolto. Mi arrendo. Tornerò a pubblicare un racconto al giorno di sole 365 parole. Per ogni racconto ci sarà un ingrediente e non più una parola al giorno. E di questo ingrediente racconterò le proprietà magiche. Perché il cibo del corpo sempre magicamente diventa nutrimento anche dell’anima.
Sì, scriverò 365 favole da leggere ai bambini che non vogliono mangiare ma… anche ai grandi che bambini vogliono tornare.