Le mille facce del silenzio

E poi si è tenuto il terzo appuntamento del cabaret letterario della libreria Libri e Collane d’Autore di Milano e c’è stato il finimondo. Perché? Perché penso che la cosa più bella di fare qualcosa che ci piace sia vedere quanto piaccia, questa cosa, anche ad altre persone con le quali stai condividendo quest’attività. E questo è quello che è successo, più del solito in realtà, nei due appuntamenti di aprile 2023. Eh già… perché, da un appuntamento mensile, ora sono diventati due.

Il gruppo iniziale si stava infoltendo e c’era bisogno di creare una nuova possibilità di incontro per chi, magari, non poteva partecipare il giovedì. E così assieme ad Alessandra Cossar, proprietaria di questo luogo incantato che oltre a essere la canonica preziosa libreria è anche sede di una vera e propria galleria d’arte editoriale sotto la cui ala si nascondono mostre di quadri, sculture, prodotti e argomenti inerenti all’arte in tutte le sue sfaccettature, abbiamo tenuto due appuntamenti di cabaret letterario, ad aprile, per il circolo della lettura di questa libreria.

Questo articolo dunque (il cui podcast registrato da me si può ascoltare su Spotify a questo indirizzo: https://spoti.fi/3BpOTZf) sarà il sunto dei due appuntamenti che io, da moderatrice del gruppo, avrò il piacere di pubblicare alla fine di ogni incontro.

L’argomento del mese di aprile era: “il silenzio è d’oro”. C’era sicuramente molto da portare, a livello artistico, con questa frase perché il silenzio è, alla fine, ciò che succede quando vediamo un’opera d’arte, che sia una frase o una scultura impattante o un film con un finale inaspettato o una canzone che dice cose che ci risuonano e allora stiamo zitti ad elaborare.

I due gruppi hanno inaspettatamente ma non troppo, probabilmente, intrapreso un cammino diverso nei confronti del silenzio e di quello che comporta nelle diverse situazioni del vissuto di ognuno di noi. Il gruppo del mercoledì ha alla fine concordato, nonostante ci siano state condivisioni piuttosto importanti in merito al silenzio forzato o obbligato da parte di chi ce lo impone come punizione, magari, quando si litiga che il silenzio è comunque qualcosa di positivo, è qualcosa che ci porta a stare bene dentro e fuori in qualche maniera. Anche se magari qualcuno ne può avere paura, perché il silenzio è foriero di solitudine non ricercata a volta e vissuta in maniera poco positiva e non desiderata.

Alcune condivisioni comuni sono state tipo: che il silenzio crea spazio e che dà la libertà di fare e di creare i nostri pensieri, connettendoci a quello che vogliamo, a quello che vogliamo ricordare, a quello che abbiamo intorno a noi. E qualcuno ha detto che il silenzio può anche essere condivisione e esperienza. In quel momento il silenzio è in realtà condivisione ai massimi livelli, perché quando si sta assieme a qualcuno non c’è bisogno di parlare, sicuramente si sente di più e meglio il cuore, l’essenza dell’altra persona, quello che sente senza aver bisogno di parlare.

Qualcuno ha affermato che il silenzio e solidarietà, che è pazienza, che è potere, ma alla fine, nel contesto del primo gruppo si è concordato che comunque il silenzio è multiforme e composto da tante sfumature, della vita, della gente e, in quanto tale è saggezza, eleganza, mistero, comunione.

Nell’ambito del secondo gruppo, invece, si è verificata un’analisi più “personale” se vogliamo del silenzio che ci ha fatto confrontare con un silenzio che non è sempre così benefico. Anche se è stato reiterato con il secondo gruppo che il silenzio è multidimensionale qualcuno ha affermato che il silenzio è il rumore della fatica d’essere. È un bellissimo concetto, direi che mi ha colpito molto. Quanti di noi stanno zitti per stare meglio quando in realtà, magari vorrebbero urlare e sfogarsi? Questa è fatica. Fatica dell’anima. Fatica della nostra essenza. Sforzo che facciamo ogni giorno per restare in equilibrio tra il dire e l’urlare e l’ascoltare e il sentire.

È stato bello un momento in cui qualcuno ha chiesto un parere su una situazione personale e il gruppo si è diviso tra le fazioni del parlare e non parlare. Si sono supportate e aiutate nel comprendere le due opinioni in maniera rispettosa e con spirito di condivisione e ciò mi è piaciuto molto. Tanto che, qualcuno, alla fine ha detto che questi appuntamenti del Cabaret Letterario, in realtà, sembrano delle sessioni di gruppo di psicoterapia che aiutano a stare meglio. E meno male…

Come negli altri due appuntamenti, chi ha partecipato ha contribuito con poesie, brani tratti da libri, opere d’arte, film, immagini, ricordi, considerazioni sulla loro vita e sull’impatto che il silenzio ha nella nostra esistenza. Due o tre considerazioni che sono state fatte in entrambi i gruppi, da qualche partecipante, hanno accolto l’approvazione della maggioranza. La prima era che il silenzio non è per tutti. Che nel silenzio ci si ritrova e, a volte, è difficile guardarsi in faccia, nel silenzio. La seconda che il silenzio può essere un valido alleato, invece, per ritrovarsi e stare, finalmente, in pace godendosi la propria compagnia. La terza è una frase estratta, se non erro, di una poesia scritta da una delle presenti: IL SILENZIO PIZZICATO DAL CANTO DEI GRILLI

L’ho trovata molto evocativa, ben scritta, azzeccata e rientra, in qualche modo, con il titolo di questo podcast. IL SILENZIO PIZZICATO DAL CANTO DEI GRILLI è incredibile come, pur parlando del silenzio, che non avrebbe tante possibilità di essere descritto, questa frase riesce a con due parole musicali (pizzicato e canto) a descrivere e farti sentire ciò che musicale e canoro non è.

E questa è la prova che l’essere umano può fare cose bellissime con poche parole, qui con 7 parole si è riusciti a dare un’immagine bucolica, estiva, tranquilla di qualcosa che a prima vista non si potrebbe descrivere.

Mia considerazione finale: se uno ci pensa bene, i momenti più importanti e belli della nostra vita sono contornati dal silenzio. Quando facciamo l’amore, quando ci riposiamo in riva al mare o su una montagna, sdraiati ad ascoltare il mondo che va avanti, quando partoriamo e il silenzio viene rotto dal primo strillo dei nostri figli, quando osserviamo la natura che esplode a primavera o mostra tutta la sua possenza durante i temporali col silenzio che ci tiene in bilico tra un lampo e un tuono, quando dormiamo pensando di non star facendo nulla e, invece, non sappiamo che la nostra essenza se ne sta andando in giro per l’universo, quando accarezziamo gli animali che amiamo mentre dormono o ci stanno accanto… ecco, forse dovremmo apprezzare molto di più il silenzio perché, proprio in quei momenti, c’è la possibilità di maggior connessione con noi stessi, con gli altri e con l’universo… e non è cosa da poco.

Bene, per ora è tutto. Vi do appuntamento per i prossimi due Cabaret letterari che si terrano il 18 e il 24 maggio presso la libreria Libri e collane d’autore, a Milano in via Capecelatro e vi auguro… buona vita e buon silenzio!

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